Estratti

Le attività umane causano modifiche territoriali, strutturali e climatiche tali da aver dato inizio ad una nuova era geologica, l’Antropocene. I dati dimostrano che le alterazioni della superficie terreste causate dall’estrazione di minerali e dalla costruzione di infrastrutture hanno raggiunto una scala così imponente da aver superato le trasformazioni dovute ai processi naturali di erosione.  L’uomo può essere considerato il fattore geomorfologico più significativo del ventunesimo secolo.

La constatazione della crisi ambientale che stiamo vivendo, unita all’interesse per l’origine dei materiali che costituiscono gli oggetti del nostro quotidiano, ci ha spinto ad approfondire le implicazioni della produzione del nostro studio di ceramica, per allargare la riflessione sulla responsabilità che abbiamo sia in veste di artigiani sia di consumatori.

L’uso di materiali e risorse, impliciti nella realizzazione di qualsiasi oggetto, causano trasformazioni a cui contribuiamo anche noi ceramisti, nel nostro piccolo. Questo pensiero si è concretizzato in una collezione di “estratti”, costituita dagli oggetti più comuni nelle nostre case: un set di ceramiche per la tavola. La collezione è completata da tre contenitori sulla cui superficie sono sagomate le forme corrispondenti al negativo dei pezzi del set: ogni elemento può essere inserito o prelevato all’occorrenza dalla sede corrispondente. Nel rito quotidiano di apparecchiare la tavola si esplicita l'atto di estrazione dal suolo dell’argilla necessaria per la realizzazione degli oggetti stessi. Lo spazio vuoto inevitabilmente lasciato dall’uso dei minerali rimane visibile a centro tavola, per ricordare che anche la realizzazione di manufatti in ceramica prevede il consumo di risorse naturali, e quindi concorre, seppure in scala ridotta rispetto ad altre industrie, alla modifica dell’ambiente e del paesaggio per mano dell’uomo.

Per la realizzazione dei pezzi di questa collezione abbiamo utilizzato tre diversi impasti ceramici, simili per caratteristiche fisiche, ma con una storia diversa da raccontare. La scelta di tre materiali è motivata dalla volontà di mettere a confronto la narrazione legata a ciascuno di essi, le implicazioni relative all’adozione di uno o dell’altro, i punti di forza e le problematiche irrisolte che ciascun approccio lascia dietro di sé.

Cercando di evitare il moralismo, abbiamo sviluppato questa collezione per stimolare un senso critico – e autocritico. Lungi dal fornire soluzioni o risposte, l’opera ci lascia con molte domande aperte, rappresentando un punto di partenza per riflettere sui nostri bisogni e consumi.

tableware collection: ceramic plates, bowls, mug and pitcher Tableware collection estratti ceramic plates bowls and pitcher

MATERIALI

Per la realizzazione dei pezzi di questa collezione sono stati utilizzati tre diversi impasti ceramici, simili per caratteristiche fisiche, ma con una storia diversa da raccontare. La scelta di tre materiali è motivata dalla volontà di mettere a confronto la narrazione legata a ciascuno di essi, le implicazioni relative all’adozione di uno o dell’altro, i punti di forza e le problematiche irrisolte che ciascun approccio lascia dietro di sé.

Il primo materiale (pezzi 1A e1B) è prodotto da un’azienda tedesca, che commercializza diversi impasti di gres provenienti dalla regione del Westerwald, ricca di argille refrattarie. Gli impasti differiscono per il colore che dipende dalla specifica composizione dell’argilla, variabile per ciascun deposito. La sua storia, iniziata nel 1300, giunge fra alti e bassi fino ai nostri giorni, intrecciandosi con vicende storiche, con lo sviluppo di altri materiali e l’avanzamento nei processi tecnologici. Ai nostri occhi il gres risulta interessante non solo per le caratteristiche fisiche, estetiche e materiche ma anche perché fornisce un esempio di come i materiali si intreccino con questioni culturali, inserendosi sempre in un contesto storico e sociale da cui non possono trascendere.

Oggi lo sfruttamento dei minerali argillosi in Europa e nella regione di Westerwald continua a pieno ritmo per servire tutto il settore ceramico che comprende diverse industrie, fra cui anche la ceramica artigianale e artistica. La parte più consistente della produzione di Geologismi è realizzata in gres, perché assicura prodotti resistenti e duraturi in linea con la filosofia dello studio. L’uso di una risorsa non locale offre un vantaggio in termini di durata degli oggetti prodotti, ma ha comunque un costo ambientale.

Il secondo materiale (pezzo 2) è un impasto di recupero ottenuto interamente raccogliendo l’acqua usata in diverse operazioni dello studio e contenente argilla. Da questa viene separato il residuo fangoso, che viene poi riportato alla giusta consistenza per essere nuovamente lavorato. In questo caso il materiale riciclato è costituito da un miscuglio di argille, il cui colore è variabile e imprevedibile. Questo materiale rispecchia un uso responsabile delle risorse, pur incarnando un paradosso: un materiale di recupero esiste se a monte c’è un processo inefficiente che produce un rifiuto.

Il terzo materiale (pezzo 3) è un’argilla locale raccolta manualmente in una zona che dista 75 km dallo studio. La località in questione è Tretto, un’area collinare nel comune di Schio (Vicenza), dove sono stati estratti minerali argillosi fin dal sedicesimo secolo. La “terra bianca di Vicenza”, o il caolino del tretto, usata per la produzione di ceramica locale, è stata sicuramente una risorsa importante per il territorio, contribuendo allo sviluppo di una industria che ha cessato l’attività solo in tempi relativamente recenti, quando negli anni ’70 del ventesimo secolo, non è stata più in grado di competere con la concorrenza dei prodotti provenienti dall’estero.

abandoned building in the forest

Visitando ripetutamente questo sito, è stato possibile osservare direttamente le trasformazioni dovute all’attività estrattiva dell’argilla in un contesto molto contenuto rispetto al centro Europa. Ma soprattutto abbiamo avuto modo di osservare come il paesaggio continui a trasformarsi, in modo più o meno autonomo, quando l’attività cessa. Il territorio oggi è costellato di edifici abbandonati: un’archeologia industriale che sembra stia per scomparire come la storia di cui è l’ultima testimonianza, mentre la natura riprende possesso del territorio, camuffandone le tracce senza probabilmente poterle mai cancellare del tutto. Per ottenere l’argilla necessaria a quest’opera è stato adottato l’approccio meno invasivo possibile, collezionando pochi chilogrammi di argilla trovata in un sito a bordo strada, dove terreno naturale e materiale di origine antropica erano stati accumulati e abbandonati in seguito a lavori stradali ormai conclusi da tempo.

To obtain the clay necessary for this work, the least invasive approach possible was adopted, collecting a few kilograms of clay found in a roadside site, where natural soil and material of anthropic origin had been accumulated and abandoned.